Fondo Edoarda Masi
Il fondo Edoarda Masi (Roma, 1927 - Milano, 2011) rifrange tutta la ricchezza di una vicenda umana e professionale senza facili paralleli.
Il donativo alla Braidense è avvenuto su disposizione della stessa studiosa, che nell’istituto del capoluogo lombardo aveva esercitato per qualche tempo il ruolo di bibliotecaria, già ricoperto nelle biblioteche nazionali di Firenze e Roma.
I 2527 volumi che danno corpo al fondo sono gli stessi che per lungo tempo avevano tappezzato le sue pareti casalinghe. Si tratta di una biblioteca eccezionalmente multilingue, con esemplari in cinese, italiano, francese, inglese e russo. Per tutte le operazioni relative al fondo, seguite dal personale della Braidense, è stata preziosa la collaborazione dell’Associazione Volontariato Librario Braida. I dati relativi agli esemplari schedati sono stati immessi in SBN e vi si può dunque attingere interrogando OPAC.
Tra i vari sottoinsiemi conglobati nel fondo, il più nutrito è senz’altro quello di taglio letterario, con classici della letteratura cinese affiancati da titoli di narrativa contemporanea e testi di studi specialistici. Lu Xun, patriarca e patrono dei romanzieri cinesi d’età moderna, primeggia tra tutti gli autori in catalogo: la sua opera omnia figura in almeno due edizioni, senza contare gli studi imperniati sulla sua persona.
L’opera di cui, in assoluto, sono disponibili più documenti, è l’Honglou meng (Il sogno della camera rossa), rientrante nella tetralogia classica della narrativa cinese e tradotto dalla Masi nel 1964 per conto della torinese UTET. Nel numero degli autori cinesi moderni contiamo Mao Dun, Guo Moruo, Lao She, Ba Jin, Lin Yutang, Wang Guowei; in quello dei contemporanei Mo Yan e Bei Dao. Considerevole è parimenti il comparto storico- filosofico, con testi che si distribuiscono lungo un arco temporale alquanto esteso, dai più remoti prodromi del sapere cinese sino alla contemporaneità.
In larga parte, il lascito si costituisce di esemplari stampati nella Repubblica Popolare Cinese tra gli anni ’50 e ’70 e, in misura inferiore, ad Hong Kong e Taiwan; a questa voce rubrichiamo gli scritti di Mao Tse Tung, la pubblicistica politica e una sostanziosa messe di documenti relativi al periodo della Rivoluzione Culturale. Non mancano pubblicazioni che, agli occhi di un osservatore occidentale, potrebbero apparire come minimo singolari: è senz’altro il caso dell’edizione cinese de L’Agnese va a morire, capolavoro della stagione neorealista a firma di Renata Viganò. Il fondo non perde la sua attrattiva ed il suo interesse neppure per quanti sono digiuni di sinologia, dal momento che la sua composizione è tale da poter soddisfare anche le esigenze di coloro che sono spinti verso la cultura da una generica curiosità: valga, a titolo d’esempio, Scienza e civiltà in Cina di Joseph Needham.
Un’ultima finestra potrà essere aperta su quella parte del fondo inerente alle opere originali della Masi, compresa la rara edizione de Il libro da nascondere, pubblicato da Marietti nel 1985 e vincitore del Premio speciale della Giuria al festival per la donna scrittrice di Rapallo. Degli altri scritti – e delle relative traduzioni- accludiamo una completa elencazione:
• La contestazione cinese, Torino, Einaudi, 1968 (trad. tedesca: Die chinesische Herausforderung, Berlin, Wagenbach, 1970);
• Lo stato di tutto il popolo e la democrazia repressiva, Milano, Feltrinelli, 1976; Per la Cina, Milano, Mondadori, 1978 (trad. americana, con aggiunte e varianti China Winter. New York, Dutton, 1982;
• Breve storia della Cina contemporanea, Bari-Roma, Laterza, 1979;
• Il libro da nascondere, Casale Monferrato, Marietti, 1985;
Cento trame di capolavori della letteratura cinese, Milano, Rizzoli, 1991, poi Macerata, Quodlibet, 2009;
• Ritorno a Pechino, Milano, Feltrinelli, 1993;
• Storie del bosco letterario, Milano, Scheiwiller, 2002.
Bibliografia: Marina Zetti, La raccolta di Edoarda Masi alla Biblioteca nazionale Braidense, «Accademie & biblioteche d’Italia», n.s., n. 15 (2020), ill., pp. 65-76.